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Ideologia come architettura. Manfredo Tafuri e la storia critica Ideology as Architecture. Manfredo Tafuri and Critical HistoryDOI: 10.6092/issn.1825-9618/3841 Keywords: Architecture , City , Metropolis , Capitalism , History/Ideology Abstract: La storia dell'architettura non è una storia lineare, ma piuttosto un percorso frammentato, un groviglio di diversi sentieri, costellata di molti "edifici provvisori". Uno spazio storico in cui la crisi diventa progetto di trasformazione. Muovendo da questi presupposti, il saggio analizza i fondamenti del pensiero di Manfredo Tafuri, uno dei pochi storici dell'architettura che si confronta senza sconti con le avanguardie artistiche e le ideologie sottese alle molteplici utopie del Novecento. La posta in gioco è la definizione della modernità partendo dalle politiche dello spazio. Tafuri anticipa la critica a molti discorsi, affermatisi negli anni successivi, sia sull'architetto come ideologo del "sociale" sia sulla retorica della postmodernismo come superamento delle "grandi narrazioni", senza per questo avere come approdo un nuovo e rivisitato "realismo". La città prima e la metropoli dopo sono certamente per Tafuri i luoghi delle contraddizioni politiche e sociali, ma anche i terreni di una critica che cerca di andare oltre se stessa, oltre i confini disciplinari dell'architettura, della sociologia, della semantica. The history of architecture is not a linear one, it is rather a fragmented track, a tangle made of different paths, studded by many “provisional buildings”. It is a historical space in which crisis becomes a project of transformation. Starting from these premises, the article analyses the foundations of Manfredo Tafuri’s thought, one of the few historians of architecture who confronts himself, without hesitation, with artistic avant-gardes and with those ideologies that underlie many utopias of the Twentieth century. What is at stake is the definition of modernity, starting with the politics of space. Tafuri articulates in advance a critique, that would have developed in the following years, both of the architect as the ideologist of the "social" and of the post-modern rhetoric of the overcoming of "great narrations". However, he did not came to a new and revisited realism. According to Tafuri, the city and the metropolis are obviously the places of political and social contradictions, but they are also the fields where critique can go beyond itself, beyond the disciplinary borders of architecture, of sociology, of semantics.
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